
Sembra un paradosso, ma eppure è così: nonostante i reati nel nostro Paese siano diminuiti, gli italiani hanno un maggiore bisogno di sicurezza. Per tanti versi, è “colpa” della pandemia: da un lato, giocoforza con le chiusure e le limitazioni, i numeri di reati sono calati; dall’altro, complice l’isolamento forzato, i nostri connazionali hanno sofferto maggiormente di stati ansiosi e paure. E’ quello che emerge, in estrema sintesi, dal primo Rapporto dell’Osservatorio sulla Sicurezza della Casa di Verisure Italia, realizzato dal Censis con il contributo del Servizio Analisi Criminale Ministero degli Interni. Un report incentrato proprio sulla casa, che disegna un quadro originale sul valore sociale aumentato della casa nel post pandemia, sulle minacce e i pericoli connessi al trasformarsi degli stili di vita e al nuovo modo di vivere l’abitazione, sulle diverse dimensioni in cui si coniuga la sicurezza domestica e sulle possibili risposte attuali e del prossimo futuro in termini di sistemi di protezione.
Le paure condivise
Entrando nel merito dell’analisi, si scopre che ci sono differenze rispetto ai timori connessi alla casa e quelli legati agli stili di vita. Nello specifico, per quanto riguarda la percezione di sicurezza in casa ben 17 milioni di italiani (il 33,9% dei maggiorenni) si sentono poco (25,6%) o per niente (8,3%) sicuri all’interno delle mura domestiche, e hanno paura di incendi, esplosioni atti vandalici, furti, con percentuali che salgono al 40,1% tra le donne e al 42,8% per chi vive nelle regioni del Sud. 9 milioni di italiani (il 17,4% della popolazione con più di 18 anni) hanno paura se devono restare da soli in casa di notte. In merito alle paure “generali”, il 55,0% degli italiani teme di subire un furto in casa; il 41,1% è preoccupato di subire un’aggressione fisica (44,8% delle donne e 37,3% degli uomini), mentre il 29,6% ha timore di un’emergenza medica (con quote che raggiungono il 35,7% tra gli ultracinquantacinquenni). Circa il 20% teme le truffe online.
Come ci si protegge in casa
La sicurezza è un bene primario cui gli italiani non vogliono rinunciare e a cui sono disposti a dedicare una parte del proprio budget per integrare quanto garantito dalla Stato attraverso la sicurezza pubblica. Il bisogno di sentirsi al sicuro all’interno delle proprie abitazioni, insieme alla consapevolezza che la sicurezza pubblica da sola non ce la può fare, spinge i privati cittadini all’adozione di una serie di misure per difendersi, che vanno da semplici accorgimenti quali lasciare le luci accese quando si esce, all’adozione di sistemi di protezione via via più sofisticati e personalizzati. Il 90,9% degli italiani ha adottato almeno un dispositivo di sicurezza a difesa della propria abitazione. Il più diffuso è la porta blindata, che si trova all’entrata del 65,7% delle abitazioni, mentre il 56,5% degli italiani non tiene in casa oggetti di valore, quasi 19 milioni di italiani, il 37,0% del totale, hanno un sistema di allarme, il 32,8% ha le inferriate alle porte o finestre, il 30,3% ha una telecamera e il 19,6% ha in casa una cassaforte in cui tiene gli oggetti di valore.
Protezioni efficaci
Portonicini blindati, inferriate di sicurezza alle finestre, scuri di sicurezza: si tratta di dispositivi sempre più utilizzati nelle case degli italiani, come dimostrano i dati, e che hanno contribuito al calo dei reati negli ultimi dieci anni. D’altro canto, si tratta di schermi particolarmente efficaci contro le effrazioni, a condizione che siano progettati, realizzati e installati da professionisti del settore, come gli esperti di Centro Inferriate che da sempre si occupano di mettere in sicurezza le case, e la serenità, degli italiani.